Potremmo, parafrasando l’indimenticabile romanzo di Milan Kundera (L’insostenibile leggerezza dell’essere), parlare della ’Insostenibile lentezza della transazione energetica’?

Nel 1800 solamente il Regno Unito e una piccola parte dell’Europa e del Nord della Cina adoperava il carbone per generare calore: il 98 per cento dell’energia primaria mondiale era ricavato dalle biomasse, in particolare dalla legna e dal carbone vegetale. Nel 1900, con l’espansione delle attività di estrazione del carbonfossile e l’inizio della produzione del petrolio e gas in Nordamerica e Russia, le biomasse fornivano metà dell’energia primaria globale; nel 1950, contribuivano ancora per quasi il 30 per cento. È evidente che c’è voluto molto tempo per completare la transizione dal carbonio giovane (contenuto nelle biomasse vegetali) a quello antico (fossile) contenuto nel carbone fossile, nel petrolio greggio e nel gas naturale.

 

Oggi ci troviamo ai primi stadi di un processo di transizione molto più impegnativo: la decarbonizzazione della fornitura globale di energia è un passo necessario per prevenire le conseguenze peggiori del riscaldamento globale. Contrariamente a quello che è una sensazione comune, questa transizione non si sta verificando ad un ritmo paragonabile a quello, ad esempio, del processo di adozione degli smartphone in sostituzione ai vecchi telefoni da tavolo. In termini relativi i progressi compiuti dalla tanto propagandata logica del ‘via dal carbone’ restano abbastanza deludenti. La prima Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è tenuta nel 1992. Quell’anno i combustibili fossili costituivano l’86 per cento dell’energia primaria a livello mondiale. Nel 2017, hanno inciso per l’85,1 per cento, una riduzione di un misero 1,5 in venticinque anni. Pensate forse che in un periodo compreso tra i prossimi 25 o 30 anni sarà possibile la sostituzione di qualcosa come l’80 per cento della produzione dell’energia primaria mondiale con alternative che non siano a base di carbonio, in modo da azzerare le emissioni entro il 2050? Se non cambiamo radicalmente il nostro approccio alla realtà non raggiungeremo mai un simile risultato; gli unici scenari plausibili che potrebbero spingerci in tale direzione sono un collasso dell’economia globale o l’adozione di fonti energetiche a velocità e su una scala di grandezza che va ben oltre la nostra attuale capacità.

 

In BPE-Beam Power Energy riteniamo necessario sviluppare quelle attività che contribuiscono a frenare un possibile collasso investendo in competenze e metodi che possano rallentare la prospettiva degli scenari che abbiamo riportato. Siamo convinti che necessiti una maggiore capacità di risparmio energetico e ci siamo attrezzati con metodologie e capacità coerenti. Se volete saperne di più contattateci e potremo darvi ulteriori informazioni sulla nostra metodologia EME-Energia-Monitoraggio -Efficienza.