La consapevolezza del fatto che il crescente consumo di combustibili fossili è una delle principali cause del riscaldamento terrestre e dei cambiamenti climatici conseguenti è ormai un fatto accettato da parte della maggioranza dell’umanità. Il tema ambientale è diventato uno dei temi più discussi al giorno d’oggi come pure le decisioni che si vorrebbero porre in atto per impedire possibili catastrofi future.

Nonostante le parole e le promesse, tutte le azioni effettuate non hanno dato fino ad ora i risultati sperati; gli ostacoli a quanto precede li constatiamo nella incapacità delle nazioni di tener fede a piani a lungo termine ed a una reale e comune condivisione e relativo coordinamento. L’immagine che ne ritraiamo è di forte incertezza su come si potrà davvero risolvere un problema sperando magari che nel frattempo si riesca a inventare qualche soluzione innovativa vincente.

Certamente la sfida da affrontare non è facile considerato il fatto che i maggiori contributi all’effetto serra sono derivanti da applicazioni energetiche ormai non più sostenibili ma che purtroppo negli anni si sono radicate nella quotidianità di ognuno di noi. Se vogliamo ottenere qualche risultato concreto senza stravolgere le abitudini dei cittadini, bisognerà risolvere il problema delle insostenibilità energetiche delle tecnologie odierne.

Ad aggravare il tutto ci sono i problemi correlati alle fonti fossili che storicamente hanno portato a tensioni e instabilità politiche: oltre la metà della produzione mondiale è concentrata in meno di cinque paesi mentre la richiesta è distribuita su un ventaglio molto più ampio. Tutto ciò confluisce in logiche di dipendenza e lotte per le risorse tra nazioni che in taluni casi sono sfociate anche in guerre, facendo alzare indiscriminatamente i costi delle fonti stesse e a cascata quello di intere aree di attività economiche creando un clima globale di instabilità ed incertezza.

Le tensioni tra importatori ed esportatori di idrocarburi fanno oscillare vertiginosamente i prezzi di approvvigionamento dei principali vettori energetici, in uno scenario che essendo intrinsecamente non sostenibile andrà probabilmente a peggiorare nel tempo per l’inesorabile esaurimento delle scorte terrestri delle fonti non rinnovabili. Di questa fragilità di sistema ne abbiamo giusto un assaggio oggi, con l’aumento vertiginoso dei prezzi di energia elettrica e gas naturale post pandemico.

Certo è che le pur lodevoli azioni intraprese ad oggi in ordine sparso, assumerebbero una maggiore efficacia se organizzate in progetti ben strutturati e su un orizzonte che sappia considerare tutte le variabili implicate e che nonostante gli sforzi iniziali riescano poi a camminare sulle proprie gambe.