La radiazione solare può essere sfruttata per produrre energia elettrica (cioè sfruttando la tecnologia fotovoltaica), o calore (si intende l’energia solare termica). L’utilizzo di energia solare ha una serie di vantaggi. L’energia elettrica prodotta con il fotovoltaico ha un costo nullo, per quanto concerne il combustibile: per ogni kWh prodotto si risparmiano circa 250 grammi di olio combustibile e si evita l’emissione di circa 700 grammi di CO2, nonché di altri gas responsabili dell’effetto serra, con un sicuro vantaggio economico e, soprattutto, ambientale per la collettività. La vita utile di un impianto, poi, si può valutare a 30 anni, sebbene, molto probabilmente, essi dureranno molto di più; questo significa che un piccolo impianto da 1,5 kWh, in grado di coprire i due terzi del fabbisogno annuo di energia elettrica di una famiglia media italiana (2.500 kWh), produrrà, nell’arco della sua vita efficace, quasi 60.000 kWh, con un risparmio di circa 14 tonnellate di combustibili fossili, evitando l’emissione di circa 40 tonnellate di CO2.

Ma da dove nasce l’idea di quello che oggi tutti conosciamo come pannello fotovoltaico e chi ha contribuito a permetterci, specie in questi periodi di crisi, di far uso di ‘energie rinnovabili’?. L’idea del pannello fotovoltaico è frutto di analisi scientifiche avviate secoli fa, a partire dalla metà del 1800. Più precisamente, l’osservazione del fenomeno della conversione della luce in elettricità si fa risalire agli esperimenti del fisico francese Alexandre Edmund Becquerel, ed alla sua trattazione “Memoria sugli effetti elettrici prodotti sotto l’influenza dei raggi solari”, presentata all’Accademia delle Scienze di Parigi, nel 1839. Oltre a studiare l’effetto della fluorescenza e la proprietà magnetiche dei materiali, infatti, lo studioso dedicò molto tempo all’analisi della luce solare.

La svolta avvenne durante alcune prove di laboratorio, in cui lo scienziato notò che la corrente tra due elettrodi di platino, immersi in una soluzione conduttrice di nitrato di piombo, contenuta in un cilindro di vetro, aumentava, se si esponeva la pila, così composta, alla luce del sole. A tutti gli effetti, per questo motivo, Becquerel è considerato lo scopritore dell’effetto fotovoltaico: da allora, infatti, si interessò sempre con maggiore interesse allo studio della luce, e grande fu il suo apporto alla conoscenza dell’effetto fotoelettrico, ed alle caratteristiche spettrometriche della luce solare. Il pannello fotovoltaico, in effetti, sfrutta, per produrre energia elettrica, le proprietà di elementi semiconduttori, che si manifestano quando questi sono sollecitati dalla luce del sole.